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Hotel Lux - Conferenza stampa

30/10/2011 | News
Hotel Lux - Conferenza stampa

Presentato in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, Hotel Lux è una divertente commedia diretta dal tedesco Leander Haussmann e che racconta le rocambolesche vicende di due comici nella Berlino degli anni Trenta. Hans Zeisig (Michael Bully Herbig) e Siggi Meyer (Jurgen Vogel), cabarettisti divenuti celebri per le loro imitazioni di Hitler e Stalin, sono loro malgrado costretti a rifugiarsi nel mitico Hotel Lux, famoso per dare asilo agli esuli politici. In conferenza stampa il regista ci ha raccontato che l’idea di realizzare questo film è partita da un’esigenza, prima di tutto personale, di liberarsi  da trenta anni di regime comunista, e per farlo ha pensato che il modo migliore fosse usare la commedia. “Bisognava prima di tutto documentarsi”, continua il regista, “sui frequentatori abituali di questo hotel; su questi comunisti in fuga che trovavano rifugio dalle persecuzioni in un luogo non ufficiale”. Durante la conferenza è emerso come nella storia del cinema ci siano vari esempi di commedie in cui si smonta il nazismo, ma più raramente si possono trovare quelle che fanno altrettanto con il  comunismo. Le ragioni possono essere varie, a cominciare dal fatto che la dittatura rossa è ancora presente in alcuni Paesi del mondo. L’interprete femminile Thekla Reuten, presente in sala, ci racconta come sia stata entusiasta di partecipare a questo film: “un mix”, afferma, “di storia e fiction che risultava, sin dalla prima lettura della sceneggiatura, molto autentico ed intelligente e questo mi ha fatto venire subito voglia di interpretare il ruolo di Frida”. “La sfida più grande per me”, ci dice il regista, “era non perdere il filo conduttore, perché questa storia non è stata girata in modo cronologico. Mentre giravo mi chiedevo sempre se la storia fosse plausibile. E quando lo abbiamo visto per la prima volta e abbiamo notato che il pubblico si divertiva tantissimo è stato molto importante. È una storia molto psicologica e la gente non può assolutamente divertirsi senza identificarsi con le parti”.

Serena Guidoni

 


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